Emmanuel
Chiedevo l’elemosina davanti a un ristorante.
Ora, in quel ristorante, ci lavoro.
Nel mio Paese ero perseguitato per ragioni politiche, rischiavo la vita ogni giorno. Ho deciso quindi di fuggire e ho raggiunto le coste italiane su un barcone pericolante dopo un viaggio terribile attraverso il deserto. La paura più grande, oltre a quella di affogare durante il viaggio, è stata attraversare la Libia, dove il rischio di essere imprigionati e fatti schiavi è costante.
Io sono un lavoratore, voglio contribuire alla crescita di questa società che mi ha accolto: sono laureato in economia, ma sono sempre stato disposto a fare qualsiasi lavoro pur di riuscire a mantenermi.
Al momento vivo in un centro di accoglienza in provincia di Brescia, con tanti altri ragazzi come me, ma il mio sogno è di diventare indipendente e, un giorno, di avere la possibilità di tornare in Nigeria senza mettere a rischio la mia vita.
La mia storia è davvero speciale: quando sono arrivato in Italia non sapevo cosa fare, come sopravvivere, quindi chiedevo l’elemosina davanti a un noto ristorante di Milano. Dopo avere conosciuto il progetto 4aHuman, ho imparato l’italiano, preparato il mio curriculum e mi sono messo a cercare un lavoro.
Ora lavoro come lavapiatti nello stesso ristorante davanti al quale chiedevo l’elemosina per sopravvivere. Sono grato a questo progetto per avere creduto in me e avermi permesso di ricominciare.